URBINO IN MUSICA, GIOVEDÌ 28 MAGGIO AL TEATRO SANZIO

LE QUATTRO STAGIONI CON L’ORCHESTRA SINFONICA G. ROSSINI

Giovedì 28 maggio Urbino in Musica – prima stagione musicale promossa dal Comune di Urbino, dalla Cappella Musicale S.S. Sacramento e dall’AMAT – ospita al Teatro Sanzio il concerto Le quattro stagioni, la composizione più celebre di Antonio Vivaldi, interpretata da l’Orchestra Sinfonica G. Rossini in formazione cameristica di tredici elementi – Paride Battistoni e Marco Bartolini violini solisti – diretta da Giancarlo De Lorenzo. L’invito è quello ad ascoltare ed avvicinare questo celeberrimo capolavoro in un modo diverso, con l’introduzione e il commento, con la solita verve ed ironia, di Noris Borgogelli.

Una serata dunque dal sapore esclusivo per ascoltare l’eccellente opera di Vivaldi, considerato il più influente e originale musicista italiano della sua epoca e uno dei più grandi compositori di musica barocca.

L’Orchestra Sinfonica G. Rossini è l’orchestra della Provincia di Pesaro e Urbino con sede a Pesaro e a Fano. L’organico orchestrale, selezionato tramite audizioni, è costituito in maggior parte da diplomati provenienti dal Conservatorio Statale di Musica G. Rossini. Il nucleo storico dell’orchestra è costituito da professori che partecipano da oltre venticinque anni alle più importanti stagioni liriche e concertistiche della Regione Marche. Le figure di riferimento dell’orchestra con le quali collabora stabilmente sono Massimo Quarta (direttore stabile), Daniele Agiman (direttore principale), Roberto Molinelli (direttore per l’innovazione) e Noris Borgogelli (direttore artistico). Di grande prestigio la presenza costante nel cartellone del Rossini Opera Festival e l’incarico di orchestra principale per la Fondazione Teatro della Fortuna di Fano. Ha realizzato tournée in Corea del Sud, Malta, Turchia, Austria, Francia, Germania, Svezia, Cina, Svizzera e recentemente in Giappone con grande successo. In Italia si è esibita in celebri teatri quali il Teatro Gaetano Donizetti di Bergamo, il Teatro Verdi di Pisa, il Teatro Grande di Brescia, la Sala Verdi del Conservatorio di Milano, l’Auditorium Parco della Musica a Roma e la Sala Nervi in Vaticano. Ha partecipato, inoltre, a festival e stagioni musicali di grande prestigio.

 

Informazioni e biglietti (10 euro ridotto 8 euro): Teatro Sanzio 0722 2281, AMAT 071 2072439.

Inizio concerto ore 21.

Roma. Home Sweet Theatre, rassegna di Teatro in giardino. Dal 9 maggio al 5 luglio 2015. Il programma

Home Sweet Theatre

Home Sweet Theatre

Spettacoli e laboratori teatrali con artisti da tutta Italia + aperitivo offertoogni sabato e domenica dal 9 maggio al 5 luglio 2015.

Spettacoli ore 21:oo

Stage con gli artisti delle compagnie dalle ore 15:00

Via dell’Assunzione 65, Roma (nei pressi della Metro A – Battistini)

INFO E PRENOTAZIONI:  info@speakando.net  / 3336841604

Vai al programma della rassegna

PUZZLE, LA DANZA ACROBATICA DI KATAKLO A URBINO IL 24 MARZO

Spazio alla danza, spettacolare e comunicativa dei Kataklò, martedì 24 marzo al Teatro Sanzio di Urbino con Puzzle, penultimo appuntamento della stagione in abbonamento promossa dal Comune di Urbino e dall’AMAT. Fortemente voluto da Giulia Staccioli che ne firma la regia e la supervisione artistica, lo spettacolo è una composizione corale e poliedrica, realizzata attraverso l’accostamento di coreografie storiche che hanno fatto grande la compagnia e ideazioni dei danzatori stessi che ha travolto il pubblico italiano ed estero con la sua ondata di freschezza.

La guida esperta ed appassionata di Giulia Staccioli prevede infatti, fin dalla nascita della compagnia, il coinvolgimento diretto degli artisti nel processo di creazione che tiene presente le possibilità espressive e le peculiarità dei singoli performer. Puzzle, come apice scenico di un lungo percorso, scommette sulle singole idee per creare un’alchimia perfetta. Puntando alla diversità e alla varietà espressiva, con toni che vanno dal teatro alla danza fino all’acrobatica, si esprimono pienamente le competenze multiple di tutti gli artisti coinvolti. Dunque “puzzle” come possibilità di creazione; come luogo di condivisione e perfetta sintesi, uno spazio aperto e libero, un invito per lo spettatore a lasciarsi contagiare dalla passione e dalla creatività.

Nel 2014, oltre allo strepitoso successo italiano, l’entusiasmante show ideato da Giulia Staccioli arriva in Olanda dove la Compagnia Kataklò si esibisce in 21 teatri di altissimo prestigio, come il Lucent Danstheater di Den Haag, casa del celebre Nederlands Dans Theater, coinvolgendo il pubblico nord europeo grazie alla sua vivacità simbolo del “made in Italy” all’estero. Puzzle raggiunge la Turchia partecipando al prestigioso Festival Internazionale della Musica di Ankara ed affronta, per la quarta volta nella sua carriera, una tournée in Brasile toccando i maggiori palcoscenici del paese come quelli del Teatro Alfa di San Paolo e del Teatro Municipal di Rio de Janeiro dove già in passato la Compagnia ha realizzato dei sold out prestigiosi.

Il nome Kataklò viene dal greco antico e significa “io ballo piegandomi e contorcendomi”. Lo stile di Kataklò si basa sin dagli esordi sull’alta preparazione atletica e sulla notevole tecnica di danza di tutti gli interpreti, chiamati a mettere in campo versatilità e determinazione per sostenere l’impegnativo training fisico. La compagnia Kataklò è internazionalmente riconosciuta per l’alto valore artistico e per la sorprendente spettacolarità delle sue produzioni, facendosi portavoce della cultura italiana nel mondo grazie all’assidua collaborazione con gli Istituti Italiani di Cultura e il Ministero degli Esteri per eventi, festival e manifestazioni fuori dai confini nazionali. Grazie all’inconfondibile e spettacolare fusione di danza, atletismo acrobatico, mimica, humor, suoni, luci e costumi, la ricercatezza della scrittura coreografica e teatrale di Kataklò ha l’emozionante potere di comporre scenari surreali, di creare illusioni e sfidare l’immaginazione, superando ogni confine culturale, linguistico e generazionale. A una consolidata esperienza nella creazione di eventi speciali si aggiungono le partecipazioni a prestigiose ricorrenze sportive e culturali e a trasmissioni televisive. Fra le importanti manifestazioni in cui la compagnia si è esibita si ricordano la rappresentazione di fronte a Papa Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro per la XVIII Giornata Mondiale della Gioventù (2003), le Olimpiadi di Sydney (2000), la cerimonia di apertura dei Giochi olimpici di Torino (2006), le Olimpiadi della Cultura a Pechino (2008) in rappresentanza dell’Italia.

Per informazioni e biglietti (da 10 a 20 euro): Teatro Sanzio 0722 2281, AMAT 071 2072439.

Inizio spettacolo ore 21.

TEATROLTRE, MERCOLEDÌ 18 MARZO A URBINO. CE NE ANDIAMO PER NON DARVI ALTRE PREOCCUPAZIONI

PREMIO UBU 2014 COME “MIGLIORE NOVITÀ ITALIANA”

Duo di artisti molto apprezzato nel panorama nazionale e recentemente premiato con l’Oscar del teatro italiano, ossia l’Ubu per “Migliore novità italiana/ricerca drammaturgica”, Daria Deflorian e Antonio Tagliarini sono in scena mercoledì 18 marzo al Teatro Sanzio con Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni, sesto appuntamento di TeatrOltre, rassegna multidisciplinare di teatro, musica e danza promossa dai Comuni di Pesaro, Urbino, Fano, San Costanzo, San Lorenzo in Campo, Urbania e dall’AMAT con il contributo della Regione Marche e del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo

Deflorian e Tagliarini si misurano continuamente con la realtà in cui viviamo, spostando continuamente l’asse principale della discussione. Come ciò che ci circonda sfugge continuamente, così anche i loro spettacoli si costruiscono tra digressioni, storie, emozioni e ragionamenti.

Punto di partenza e sfondo del lavoro di Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni è una immagine forte, tratta dalle pagine iniziali del romanzo L’esattore dello scrittore greco Petros Markaris, scritto nel 2011. Siamo nel pieno della crisi economica greca quando vengono trovate le salme di quattro donne, pensionate, che si sono tolte volontariamente la vita, dopo aver lasciato spiegato in un biglietto: «Abbiamo capito che siamo di peso allo Stato, ai medici, ai farmacisti e a tutta la società. Quindi ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni. Risparmierete sulle nostre pensioni e vivrete meglio». “La scena raccontata da Markaris – Affermano Deflorian e Tagliarini – ci ha fatto riflettere sul suicidio non come gesto esistenziale ma come atto politico estremo. Non un racconto, né un resoconto, ma un percorso dentro e fuori queste quattro figure di cui non si sa nulla se non la tragica fine. Un percorso fatto di domande e questioni che sono le loro, ma sono soprattutto le nostre. Usiamo lo spazio di libertà della scena per scatenare la nostra collera, sanare l’eccesso di positività che ci circonda, i comportamenti rigidamente politically correct, la commozione facile, il sorriso stereotipato delle relazioni sociali, le ricette per vivere con serenità le ingiustizie che ci toccano. Un gioco performativo che via via durante il lavoro diventa sempre più serio e definitivo. Non è solo la questione della rappresentazione a scricchiolare, ma ancora di più la nostra capacità di persone in scena di fronte ad altre persone sedute di fronte a noi di trovare una risposta costruttiva allo sfacelo prima di tutto morale che ci circonda. Incapaci, impotenti. Ma consapevoli di questo.”

Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni è un progetto di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini prodotto da A.D. in coproduzione con Teatro di Roma, Romaeuropa Festival 2013, 369 gradi in collaborazione con Festival Castel dei Mondi, con Daria Deflorian, Monica Piseddu, Antonio Tagliarini, Valentino Villa. Le luci sono di Gianni Staropoli, la consulenza per le scene di Marina Haas.

Biglietti (10 euro, ridotto 8 euro) presso AMAT 071 2072439 e Teatro Sanzio 0722 2281.

Inizio spettacolo ore 21.

FONTE: http://www.amatmarche.net/

URBINO IN MUSICA, Branduardi domenica 22 marzo.

 ANTEPRIMA NAZIONALE DEL NUOVO TOUR DI ANGELO BRANDUARDI

 

Urbino in Musica – prima stagione musicale promossa dal Comune di Urbino, dalla Cappella Musicale S.S. Sacramento e dall’AMAT con il contributo di Regione Marche e Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo – s’impreziosisce di un nuovo atteso appuntamento. Domenica 22 marzo il Teatro Sanzio ospita l’anteprima nazionale di Camminando Camminando Tour 2015 di Angelo Branduardi che proprio nella città ducale proverà lo spettacolo che da Urbino toccherà diverse città italiane tra le quali Genova, Roma, Milano, Napoli.

Un concerto di grande coinvolgimento e trasporto nel quale il suono diventa magia ed irrompe nella vita di ogni giorno, che ci allontana dal “qui ed ora” e ci insegna un modo diverso di vivere e nel quale gli spettatori verranno considerati “come giardini segreti magici la mattina presto in cui si entra a piedi nudi per non fare rumore”. Dopo il suo ultimo lavoro, “Il Rovo e la Rosa – Ballate d’amore e di morte”, dove Angelo Branduardi ha ripescato a piene mani nella tradizione del periodo elisabettiano, puntando a saldare produzione pop e lavoro di ricerca, il menestrello d’oltre Po torna in tour la prossima primavera. Si riapre il grande libro delle “Child Ballads”, ovvero la monumentale antologia che il musicologo Francis J. Child raccolse nell’Ottocento compendiando il patrimonio culturale del folk inglese, scozzese ed irlandese poi trasmigrato anche in America, e Branduardi si sofferma sulle arie dell’età Elisabettiana in voga a cavallo tra Cinque e Seicento.

Il Rovo e la Rosa sarà al centro del tour come filo rosso di una antologia che proporrà, tra gli altri, i sempreverdi La Luna, Confessioni di un malandrino, Il dono del cervo.

Il concerto è costruito all’insegna del “meno c’è, più c’è”: Branduardi lavora per sottrazione, anziché per addizione, cercando essenzialità e pulizia, cerca il vuoto (al contrario dei barbari che ne avevano terrore); più che a riempire gli spazi con arrangiamenti su arrangiamenti, punta a lasciare anche i giusti silenzi, con l’obiettivo di permettere alle frasi musicali di respirare e di manifestarsi pienamente.

Branduardi invita così il pubblico ad entrare in quello che lui definisce una sorta di “giardino segreto” da frequentare all’alba, in punta di piedi (scalzi), costruito su suoni che sono allo stesso tempo antichi e moderni, cogliendone le suggestioni e gli umori, ascoltando l’eco senza tempo di quegli antichi racconti popolari di amore e di morte, di incanti e avventure, tramandati per secoli e tutt’ora presenti nella memoria collettiva delle genti al di qua e al di là dell’Atlantico.

Sul palco ad accompagnarlo: Michele Ascolese  Chitarra elettrica, acustica – Stefano Olivato Contrabbasso, Basso, armonica a bocca – Leonardo Pieri Tastiere, Fisa – Davide Ragazzoni Batteria e percussioni.

Biglietti (settore A 20 euro ridotto 15 euro, settore B 15 euro ridotto 12 euro, settore C 10 euro) in vendita alla botteghino del Teatro Sanzio 0722 2281, AMAT 071 2072439.

Inizio concerto ore 17.30.

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barbara mancia

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TEATROLTRE, MERCOLEDÌ 11 MARZO A URBINO MADAME CÉLINE O IL BALLO DELLA MALORA

SERATA D’ONORE PER FRANCESCA BENEDETTI

 

Una serata d’onore per una grande signora del teatro italiano originaria di Urbino, Francesca Benedetti, attende il pubblico di TeatrOltre – rassegna multidisciplinare di teatro, musica e danza – promossa dai Comuni di Pesaro, Urbino, Fano, San Costanzo, San Lorenzo in Campo, Urbania e dall’AMATmercoledì 11 marzo al Teatro Sanzio con Madame Céline o il ballo della malora. La piéce racconta la vicenda dei coniugi Céline durante la Seconda Guerra Mondiale e del ritiro nella villetta di Meudon, dove lui scriveva e lei dava lezioni di danza, passione dell’autore francese. Uno spettacolo di Luca Scarlini e Massimo Verdastro in cui musica di Giovanni Canale alle percussioni e parola si intrecciano e fanno risaltare la grande interpretazione di Francesca Benedetti.

Francesca Benedetti frequenta a Roma il corso di recitazione dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica e inizia a recitare con la regia di Orazio Costa Giovangigli nella tragedia Ifigenia in Tauride con Alberto Lupo, Lilla Brignone e Andrea Bosic. Dopo il passaggio in varie compagnie con Gigi Proietti e Virginio Gazzolo fonda a Roma il Teatro Centouno con la direzione artistica di Antonio Calenda, dove sarà protagonista di varie stagioni di prosa. Nel 1957, debutta nella prosa televisiva e radiofonica della RAI, interpretando in video la parte di Ninon, in Cosa sognano le fanciulle con la regia di Enzo Ferrieri, in diretta dal Teatro Convegno di Milano.

“Luis Ferdinand Cèline era ossessionato dalle ballerine, dalle danzatrici – affermano Luca Scarlini e Massimo Verdastro nelle note allo spettacolo – scriveva libretti per la danza, che nessuno avrebbe mai rappresentato. Anche nel cuore delle sue avventure più estreme, lo scrittore continua a elaborare sogni in tutu, visioni di bianche interpreti di Giselle e dei brani più celebri del repertorio classico. Nel 1943 Cèline sposò Lucette Almanzor, interprete di danze indù e poi didatta e con lei attraversò il disastro della fine del Reich. I due lasciarono Parigi al momento in cui gli alleati arrivavano in Normandia, lo scrittore si era esposto con gli occupanti, aveva all’attivo opere antisemite che gli avevano attirato numerosi attacchi, aveva bisogno di andarsene. La meta era la Danimarca, raggiunta faticosamente e dove fu destinato alla prigione e alla miseria, dopo una immersione nel Crepuscolo degli Dèi hitleriano, come racconta con feroce umorismo nella sua ultima opera capitale, la Trilogia del Nord, composta da Nord, Da un castello all’altro e Rigodon: queste opere gli resero il successo, dopo gli anni dell’esilio e dell’ostracismo. Da esse, ma anche dal capolavoro Viaggio al termine della notte e da Pantomima per un’altra volta, oltre alle memorie di Lucette Destouches Cèline segreto e di quelle di Robert Poulet Il mio Cèline, prende forma Madame Céline o il ballo della malora, una scrittura a due voci che narra di una unione a prova di tutto, precipitata nel disastro della Storia. […] Francesca Benedetti, grande signora del nostro teatro, si confronterà questa volta con la parola incandescente, disperata e straordinariamente moderna di Luis Ferdinand Cèline, dando voce e corpo alla figura di Lucette: amica, compagna, amante appassionata ma anche spietato alter ego del grande scrittore francese.”

“Il vero punto di gravità – scrive il critico Franco Cordelli nelle pagine de “Il Corriere della Sera” – è l’interpretazione della Benedetti. Scrivo «della» e non «di» perché quali che siano le sue idee in proposito, in questa possente attrice, come sempre, o da anni in modo accentuato, si nota un elemento che non vediamo da nessun’altra parte: un modo di recitare, ossia di porgere, la parola che è giusto definire antico in un senso nobile. Nessuno recita più come la Benedetti, con la convinzione, l’ardore, la tenerezza, il senso della pausa, la continua irruzione in scena. C’era, era lì, si era per un minuto nascosta, d’impeto, di nuovo catturando l’attenzione, vi ritorna.”

Lo spettacolo è prodotto da Compagnia Massimo Verdastro. La drammaturgia è a cura di Luca Scarlini e Massimo Verdastro che firma anche la regia.

Biglietti (10 euro ridotto 8 euro) presso botteghino del Teatro Sanzio 0722 2281. Inizio spettacolo ore 21.

Urbino. Teatro Sanzio. Materdì 3 marzo 2015. Il Mondo Non Mi Deve Nulla. Villoresi e Casadio

URBINO, TEATRO SANZIO MARTEDÌ 3 MARZO IL MONDO NON MI DEVE NULLA

CON PAMELA VILLORESI E CLAUDIO CASADIO

Il mondo non mi deve nulla, nuova pièce teatrale di Massimo Carlotto dopo Oscura immensità, arriva in scena martedì 3 marzo al Teatro Sanzio di Urbino nel cartellone promosso dal Comune e dall’AMAT.

Lo spettacolo è una coinvolgente riflessione sul senso della vita, sul peso del caso e della nemesi, sulla libertà di scelta delle nostre coscienze condotta in scena con grande maestria interpretativa da Pamela Villoresi e Claudio Casadio diretti dalla regia di Francesco Zecca.

Il cuore di Rimini pulsa tranquillo in attesa dell’arrivo chiassoso dei turisti. Adelmo, un ladro stanco e sfortunato, nota una finestra aperta sulla facciata di una palazzina ricca e discreta. La tentazione è irresistibile e conduce l’uomo a trovarsi faccia a faccia con Lise, la stravagante padrona di casa, una croupier tedesca in pensione. Nessuno dei due corrisponde al ruolo che dovrebbe ricoprire e, in una spirale di equivoci, eccessi e ironia, si sviluppa un rapporto strano, bizzarro ma allo stesso tempo complesso e intenso sul piano dei sentimenti. Due personaggi infinitamente lontani, nulla li accomuna, eppure entrambi cercano il modo di essere compresi e amati dall’altro.

“Pamela Villoresi – scrive Francesco Zecca nelle note di regia – scava in un personaggio che la vita ha indurito facendolo vibrare straordinariamente di una fragilità e ironia commoventi. Guardandola ci si incanta nel suo continuo svelare di Lise la sensibilità, l’indulgenza e l’amarezza amabilmente celate sotto un forte velo rosso di testardaggine, inclemenza e durezza. Pamela porta in scena perfettamente le due facce di Lise e la muove sul precipizio del vuoto come un ventriloquo fa con la sua bambola: la guida, la copre, la svela, la zittisce ed infine la sacrifica. Claudio Casadio indaga con grande sensibilità un’anima intrappolata in una vita disperata, regalandogli poesia e una purezza incantatrice, che rende il suo personaggio struggente. Restituisce al personaggio di Adelmo tutta la sua “veracità”, la forza ed il “non arrendersi” tipico di chi è attaccato alla vita con i denti perché dalla vita ha avuto ancora troppo poco per mollare gli ormeggi. L’Adelmo di Claudio è più vitale e popolano che mai e di un popolo lavoratore e sacrificato porta in scena il riscatto con il buon senso che a volte viene meno ai più acuti filosofi. L’Adelmo di Claudio è credibile, concreto, meravigliosamente vivo, acuto e di una esuberanza necessaria per lasciare spazio alla speranza di una rinascita. Massimo Carlotto con il suo noir lascia la possibilità di muoversi in un testo pieno di molteplici opzioni. Il suo testo non patteggia per nessuno, non salva nessuno è un testo senza vincitori e senza vinti ma è anche un testo senza Dio che restituisce all’uomo la chance di guidare i suoi propri fili fino alla fine. È dunque un testo ideale per un regista che voglia dare una sua personalissima interpretazione. Di questa battaglia senza vincitori né vinti, senza eroi, di questo testo in cui da un lato c’è chi sceglie che il mondo non gli deve più nulla e dall’altro chi va a prendersi ciò che ancora il mondo gli deve, io ho scelto di lasciarmi tentare dal vuoto come fa Lise resistendogli come fa Adelmo.”

Lo spettacolo è prodotto da Accademia Perduta Romagna Teatri – Teatro e Società, CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia. Le scene sono di Gianluca Amodio, le musiche di Paolo Daniele, i costumi di Lucia Mariani, il disegno luci di Alberto Biondi.

Per informazioni e biglietti (da 10 a 20 euro): Teatro Sanzio 0722 2281.

Inizio spettacolo ore 21.

Fonte: AMAT

Fano. Teatro della FortunaOttavia Piccolo in “7MInuti”. Sabato 23 novembre 2015

FANO | sabato 28 febbraio 2015
Teatro della Fortuna ore 21,00
OTTAVIA PICCOLO
7 MINUTI
di Stefano Massini
regia Alessandro Gassmann 

Emilia Romagna Teatro – Teatro Stabile dell’Umbria – Teatro Stabile del Veneto

7 MINUTI

di Stefano Massini
con Ottavia Piccolo
Paola Di Meglio, Silvia Piovan, Olga Rossi, Maiga Balkissa, Stefania Ugomari Di Blas
Cecilia Di Giuli, Eleonora Bolla, Vittoria Corallo, Arianna Ancarani, Stella Piccioni
regia Alessandro Gassmann
scenografia Gianluca Amodio
costumi Lauretta Salvagnin
light designer Marco Palmieri
musiche originali Aldo e Pivio De Scalzi
videografie Marco Schiavoni

7 minuti 2

7 minuti di Stefano Massini, basato su un episodio realmente accaduto in una fabbrica francese è, in questo passaggio storico, il testo che andavo cercando. Parliamo di lavoro, di donne, di diritti, lo faremo dando voce ed anima a undici protagoniste operaie che ci permetteranno di raccontare con le loro diverse personalità̀, le paure per il nostro futuro e per quello dei nostri figli, le rabbie inconsulte che situazioni di precarietà̀ lavorative possono scatenare, le angosce che il mondo del lavoro dipendente vive in questo momento. Il linguaggio di Massini è vero, asciutto, credibile, coinvolgente, molto attento e preciso nel descrivere i rapporti e i percorsi di vita di undici donne, madri, figlie, tutte appunto diverse tra loro ma capaci di raccontarci una umanità̀ che tenta disperatamente di reagire all’incertezza del futuro. Ottavia Piccolo, Blanche, rappresenterà̀, tra questi undici caratteri, la possibilità̀ di resistenza, il tentativo di far prevalere nel caos la logica, la giustizia, una sorta di “madre coraggiosa” che tenta di indicare una via alternativa. Il disegno registico, come mia abitudine, si concentrerà̀ sul tentativo di dare verità̀ a queste anime, descrivendone, in una scenografia iperrealista, tutte le diversità̀, emozioni, incomprensioni, tentando, come sempre, di amplificare le emozioni già̀ presenti nel testo. Il teatro può davvero essere luogo di denuncia senza mai rinunciare alla produzione di emozioni, questo ho fatto finora e continuerò̀ a fare con 7 minuti. Alessandro Gassmann

Ci sono storie che ti vengono a cercare. Sembra che facciano davvero di tutto per essere raccontate, per essere scritte. Una di queste ha raggiunto e conquistato me e ha a che fare con le operaie tessili di Yssingeaux, nell’Alta Loira. Il fatto di cronaca risale al gennaio 2012 e ha riempito i giornali d’Oltralpe: d’altra parte poteva passare inosservato quel braccio di ferro così spietato fra le dipendenti – tutte donne – di uno dei massimi colossi industriali francesi e i nuovi dirigenti subentrati al controllo? La storia delle operaie di Yssingeaux mi ha dato la caccia per vari mesi. Non potevo aprire un quotidiano o cliccare su una web-page senza trovarmi di nuovo davanti quei visi femminili, assortiti di ogni età̀, impegnate in una difesa epica – antica eppure modernissima – della propria dignità̀ di lavoratrici. Ma in quale modo raccontare in teatro tutto questo? Il pretesto me l’ha fornito, come sempre, non il filone principale bensì uno dei tanti aneddoti di cui è costellata la drammatica trattativa di quei giorni: la lunga riunione del consiglio di fabbrica che doveva decidere se accettare o meno una rinuncia ai propri diritti acquisiti. Su quella riunione ho costruito tutto. E con grande passione, perché mi sembrava straordinario ritrarre in scena il mosaico estremo di quel conclave tutto di donne, chiamate a votare “sì o no” non solo alla propria sorte, ma anche a quella di chissà̀ quante altre fabbriche nell’Europa della grande crisi. Come in tante occasioni – di cui la Storia è piena – si ha davvero la sensazione che nel piccolo di quella riunione a Yssingeaux si sia realizzato il modello in miniatura del più tremendo dramma del nostro tempo: il dibattito fra quelle undici donne, diversissime, è in fondo il sismografo di un inizio secolo iper-contraddittorio in cui la bussola del lavoro sbanda impazzita, tirando nel vortice la stessa identità̀ del cittadino europeo moderno. Ecco perché ho ceduto alla pressante preghiera di quelle donne che dalle foto dei giornali mi chiedevano di essere raccontate: la loro storia è una radiografia del presente, in ognuna di loro – nelle storie di ognuna di loro – c’è il paradigma di qualcosa che ci riguarda, ci tocca e merita di comporre il mosaico di una narrazione contemporanea. E se nell’immediato dopoguerra, Reginald Rose utilizzò l’espediente geniale di una composita giuria per scandagliare i fondali limacciosi della società̀ americana, io sono convinto che un consiglio di fabbrica possa quanto mai servire, oggi, per indagare i movimenti tellurici dell’Europa dilaniata dagli spread. Stefano Massini

Fonte: AMAT

Danza. Amat cerca talenti. Il bando

L’AMAT CERCA NUOVI TALENTI: APERTE LE ISCRIZIONI PER LA  VETRINA DELLA GIOVANE DANZA D’AUTORE UN’OPPURTUNITÀ PER DANZATORI E COREOGRAFI

 

Una concreta opportunità di esperienza professionale e di avvio alla carriera per giovani artisti, quella offerta dall’AMAT – unico ente per la Regione Marche riconosciuto dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo come soggetto di promozione e formazione del pubblico per le attività coreutiche – con la possibilità di partecipare alla Vetrina della giovane danza d’autore che avrà luogo a Ravenna dal 18 al 20 settembre all’interno del Festival Ammutinamenti.

I progetti per partecipare alla Vetrina – che rappresenta un importante momento di visibilità a livello nazionale per giovani coreografi e danzatori – dovranno essere inviati entro il 23 marzo. Possono fare domanda tutti i giovani autori italiani (intesi come formazioni, gruppi-compagnie o singoli danzAutori) che producono spettacoli da meno di 5 anni.

La Vetrina – che si pone come strumento concreto di ricognizione, visibilità e mobilità dei giovani autori indipendenti, per promuovere la danza d’autore italiana di recente formazione e per evidenziare forme di danza

generate da un forte stimolo personale alla ricerca – è promossa dal network Anticorpi XL che coinvolge attualmente 32 operatori di 15 Regioni, per le Marche l’AMAT.

La commissione artistica, coordinata dall’Associazione Cantieri e composta dai partner del network, sceglierà nel mese di aprile le creazioni più interessanti di ogni territorio regionale da presentare nella Vetrina, offrendo ai loro autori l’opportunità di un confronto con il pubblico, con altri artisti e operatori nazionali ed internazionali, uno stimolo formativo di verifica anche grazie alla presenza di giovani critici e ricercatori e l’opportunità di partecipare alla rassegna itinerante Anticorpi Explo, ospitata negli eventi organizzati dai partner di Anticorpi Xl nella stagione teatrale 2015/2016.

Bando e scheda d’iscrizione scaricabili su www.amatmarche.net (sezione “Danzando per le Marche”).